Quando le forme base sono già stabilite dalla consuetudine o dalla moda, non resta che scomporle e ricomporle all’infinito per cercare di risultare personali. È il caso del divano minimalista, che dev’essere assolutamente geometrico per rientrare nei canoni dell’attualità. Il fatto di spezzettarlo e ricomporlo secondo l’estro del momento lo rende ancor più simile a un gioco per bambini (ricordate il Lego?). All’inesausto gioco della composizione si aggiunge personalità col colore, col capitonné, variando il modulo e creando assemblaggi multipli. Nelle poltrone, al contrario, si vuole esaltare la rotondità che avvolge. E nella rotondità si cercano forme organiche, inedite, riprese da quelle naturali come le conchiglie.
Vediamo i vari modelli in foto:
1. “Strips”, serie di sedute costituite da divano a due o tre posti, pouf, divani letto e vari elementi componibili. Un classico disegnato da Cini Boeri nel 1968, Arflex.
2. ”Inattesa”. Una serie di sedute modulari (intervallate dai tavolinetti “Connect”), disegnate da Monica Graffeo. Sfoderabili, imbottitura riciclabile al 100%, Martex.
3. ”Panorama” è una serie di divani e poltroncine con imbottitura in poliuretano espanso a gradoni pensate per avvolgere. Design Emmanuel Babled, Felicerossi.
4. La serie “Rodi” comprende divani lineari, angolari e semicircolari. Fa parte della collezione “Il loft” di Giorgio Saporiti. Tessuti e colori ne evidenziano la modularità.
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